"Curaro un albero", "curaro due alberi, "curaro tre alberi" con queste espressioni gli indigeni differenziavano la potenza dei veleni che utilizzavano nelle punte delle loro frecce o lance. Infatti una scimmia colpita dal veleno riusciva a compiere uno due o tre salti tra i rami degli alberi a seconda della potenza del curaro utilizzato.
Il curaro è una sostanza tossica ormai riconosciuta: essa infatti ostacola il lavoro dell'acetilcolina la sostanza responsabile delle trasmissioni nervose negli organismi umani. Una dose eccessiva nell'organismo porta a un disordine tale (paralisi in molti casi) da causare la morte anche negli umani.
Viene preparato a partire da liane presenti nelle foreste dell'America del Sud con successive lavorazioni fino ad ottenere una sostanza schiumosa e viscosa che è appunto il curaro stesso.
Nelle immagini sottostanti un indigeno atto a intingere un ago nel curaro e a destra un'immagine che mostra l'importanza dei neurotrasmettitori per la vita umana.


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